Le tasse a Hong Kong

Tra le mete preferite di coloro che decidono di ‘mollare tutto’ e cercare altrove una nuova vita, Hong Kong offre le sue opportunità di agevolazione fiscale e di bassa tassazione

Mollo tutto e vivo altrove

E’ forse questa una delle frasi più ricorrenti decretate da migliaia di italiani alle prese con la crisi di un Paese con poche prospettive, scarso senso della snellezza burocratica, paese dove, nonostante promesse e sollecitazioni popolari, il giochino del potere prevale sulle necessità di un’Italia che richiede diverse considerazioni rispetto alle attuali e macchinose, nonché statiche, politiche economiche.
Questo è relativo principalmente in relazione con il pesante, soffocante, sistema contributivo, il pagamento delle tasse, delle imposte sul valore aggiunto nelle trattative commerciali, l’IVA, opprimente a tutti i livelli, sia per la grande azienda come per il piccolo consumatore, una difficoltà a investire nell’impresa perché il gioco oramai non vale più la candela, e per impresa s’intende la grande azienda produttrice come il piccolo negozietto di borgata.
In questo malumore nasce l’esigenza, il desiderio, la voglia di cambiamento, a tutti i livelli, dal clima alle opportunità legislative, dalle possibilità d’investire puntando su quel ‘made in Italy’ a tutti i livelli che ci contraddistingue nel mondo.
Ma se l’Italia è un esoso elefante burocratizzato e fiscalmente soffocante, com’è la situazione in altri paesi?
Pagare le imposte è un dovere, ciò è appurato, ma in alcune realtà il cappio del fisco è sicuramente allentato, così il pagamento delle tasse a Hong Kong, incoraggiante capitolo per il quale molti occidentali all’arcipelago nel Mar della Cina hanno rivolto attenzioni particolari e interessate.

Sua Maestà la Regina abbandona Hong Kong ma con una postilla …

Era il 1977 quando, con decreto Reale, il Regno Unito rinuncia a Hong Kong come membro effettivo del Commonwealth della corona britannica.
Il paese torna alla Cina, cui etnicamente appartiene, anche se culturalmente Hong Kong è un capitolo a se e l’occupazione inglese è stata determinante nella mutazione di cultura e identità più aperta al mondo, non dogmatizzata dal Maoismo cinese. Tra le clausole volute dalla Corona c’è però una postilla che apre tutte quelle opportunità per cui Hong Kong è rinomata, soprattutto riferite al pagamento delle tasse.
Tornando alla Cina, comunque per 50 Hong Kong, a partire dal 1977, usufruirà di autonomia fiscale; ne consegue che il pagamento delle tasse a Hong Kong è un vero sollievo per gli investitori occidentali che decidono il trasferimento.

La paura della doppia imposizione fiscale

Assodato che il regime contributivo e fiscale di Hong Kong è particolarmente agevolato, si apre ora il capitolo riferito alla possibilità di doppia tassazione e pagamento delle tasse sul posto come in Italia.
In questa direzione, a partire dal 2008, l’isola cinese, in piena autonomia da Pechino, ha ampliato il range di Paesi con i quali decidere l’abbattimento della doppia tassazione, un range in realtà non estremamente corposo ma che, fortunatamente, comprende diversi paesi tra cui l’Italia.
La scelta di pagare le tasse a Hong Kong, si rivela così, nonostante non appartenga alle realtà più estreme dell’offshore, un’opportunità d’investimento importante, ancora di più se si decide di produrre sul posto ma esportare la merce, perché le tasse a Hong Kong sono di tipo territoriale e non generalizzate.