I requisiti per essere paradiso fiscale

Diventare un paradiso fiscale: ecco come.
I paradisi fiscali sono quegli Stati che hanno delle leggi molto specifiche e delle definizioni particolari in tema di finanze ed economia. Quindi diventa davvero difficile scambiare un paradiso fiscale vero e proprio per uno Stato che non rientra in questa categoria. Innanzitutto i paradisi fiscali sono, chi più e chi meno, dei Paesi con molte libertà e poca trasparenza. Proprio queste parole, libertà e poca trasparenza, vengono spesso utilizzate per definire un paradiso fiscale. La libertà deriva dalle leggi che permettono a chiunque di aprire qui conti correnti o società senza limitazioni, traendone guadagno e non pagando assolutamente alcuna tassa allo Stato. Da questo deriva che investire in simili Stati sia più conveniente che farlo nei Paesi con un carico fiscale maggiore, come, per esempio, l’Italia. La libertà porta al guadagno dell’investitore. E lo Stato ci guadagna perché quest’ultimo gli porta denaro.

Pertanto è una soluzione in grado di accontentare tutti e a guardare la cosa dall’esterno, con gli occhi di un’analista, sembra davvero così. Ogni anno attorno a un paradiso fiscale dell’America centrale ruotano miliardi di dollari. Delle somme considerevoli, specialmente considerando che spesso si tratta di Stati-isola la cui dimensione a malapena si avvicina a quella del Molise. D’altro canto i soldi degli investitori contribuiscono a tenere viva l’economia, creando nuovi posti di lavoro, migliorando il settore industriale e rafforzando le finanze dello Stato. In ogni momento un paradiso fiscale può far uso dei soldi depositati dai grandi finanzieri mondiali, direttori delle maggiori aziende che vogliono nascondere il proprio capitale agli occhi dei controlli finanziari nel proprio Stato. Proprio questa, la trasparenza, è il secondo requisito che deve venire meno perché un paradiso fiscale sia davvero tale.

La poca trasparenza sui movimenti finanziari effettuati permette la crescita di organizzazioni criminali che collaborano con lo Stato, oltre a dar modo ai grandi pesci della finanza mondiale di nascondersi. Probabilmente tutti si ricorderanno lo scandalo di Panama, che ha coinvolto un noto paradiso fiscale del Centro America. Si tratta di un caso che a prima vista potrebbe sembrare eclatante, ma che è soltanto un esempio dell’uso che si fa di queste zone. Tuttavia sarebbe un errore pensare che delle persone comuni non possano utilizzare questi Paesi per i propri scopri. Tutt’altro. Le leggi liberali, la poca trasparenza, un’apparenza di Caos, rende questi Stati perfetti per essere usati anche dai comuni cittadini italiani. Cittadini che, comunque, dovrebbero avere la possibilità di andare nello Stato, aprirci un conto corrente e sistema tutte le questioni di natura burocratica.