Ansia da prestazione sotto le lenzuola e come affrontarla

L’evoluzione socioculturale ha portato ad un’evidente emancipazione sessuale.

Sebbene oggi si assista a una libertà sessuale priva (apparentemente) di sensi di colpa, inibizioni e disinformazione, esistono ancora forti condizionamenti culturali dei quali l’ansia da prestazione è il sintomo più evidente. Il rapporto sessuale viene vissuto in termini valutativi e prestazionali e come dimostrazione di una capacità che dovrà essere confermata dalla soddisfazione del partner.

Qui nasce e si sviluppa l’ansia da prestazione legata alla paura del fallimento, dell’insuccesso e della disconferma.
Nell’uomo queste preoccupazioni spesso sfociano in veri e propri disturbi sessuali come la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce, l’inibizione dell’orgasmo o il calo del desiderio sessuale mentre nella donna possono causare anorgasmia, disturbo dell’eccitazione e della lubrificazione vaginale, dolore sessuale da tensione e calo della libido.

Nell’ansia da prestazione la soddisfazione del partner è più importante del proprio piacere e l’atto sessuale diventa esibizione volto a impressionare il partner più che ad esprimere il proprio vissuto interiore. L’ansia da prestazione è caratterizzata dal timore del manifestarsi di una difficoltà sessuale (di solito già vissuta in passato), alla quale consegue un’attivazione ansiosa che, interferendo con la normale risposta fisiologica, diventa essa stessa origine del problema temuto. L’ansia da prestazione attiva un circolo vizioso psicologico e comportamentale dal quale risulta spesso difficile uscirne se non con l’aiuto di un sessuologo.

I tentativi di interrompere il circolo vizioso spesso finiscono per alimentare un monitoraggio continuo, un’eccessiva attività valutativa, che conducono a perdere il contatto con il proprio corpo e le proprie sensazioni. I fattori che predispongono all’ansia da prestazione sono: un eccessivo controllo delle proprie emozioni, una forte ricerca di approvazione da parte degli altri e la tendenza a un’attivazione ansiosa.

Chi è predisposto all’ansia da prestazione osserva le proprie reazioni sessuali e la propria modalità di svolgere l’atto sessuale con gli occhi di un giudice, mantenendo un forte controllo sulle proprie emozioni.

Le conseguenze dell’ansia da prestazione riguardano l’impoverimento dell’autostima e l’indebolimento dell’espressione sessuale che conducono a una frequente alterazione della libido e del desiderio fino ad arrivare all’evitazione del contatto sessuale. Le disfunzioni sessuali di origine psicogena connesse all’ansia da prestazione possono essere efficacemente trattate con l’aiuto di un sessuologo mediante terapie sessuologiche brevi e tecniche psicoterapeutiche di rilassamento e gestione dell’ansia.

Dr.ssa Laura Intiso

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Pubblicato da Ictadmin

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